Interessanti le ultime novità inmateria di criptovalute, lacui attività èstata rapportata alcaro energia acui il nostro paese, edin generale, tutta l’Europa sta affrontando.
PropriodallaCommissioneEuropeainfattiarrivanodelleindicazioniin merito al consumo di Kw nell’attività di cryptocurriencies. Nello specifico, la Commissione afferma che, nel caso ci fosse una più grande crisi, le reti nazionali degli stati membri dovranno abbassare la fornitura di Kw ai cosiddetti “miner” ovvero quei soggetti che si occupano di validare le transazioni delle blockchain. Aggiunge “gli Stati membri devono anche essere pronti a fermare il crypto-assets mining” nel caso di gravi problemi al network energetico.
La nuova disposizione ha dato luogo a molte polemiche anche riguardanti l’eco-sostenibilità del Bitcoin, tuttavia come affermato da Francesca Failoni, co-fondatore di Alps Blockchain, l’hash rate (ovvero l’unità di misura che ci permette di capire qual è la potenza di elaborazione della rete) nel nostro continente è ancora molto limitato, il vero problema si presenterebbe se il provvedimento riguardasse gli Stati Uniti. Un altro esperto inoltre, Andrea Conso, giurista esperto in cripto-asset dichiara che “da un lato come cittadino plaudo agli interventi che tentano di mitigare la crisi energetica; ma, dall’altro, mi pare difficile pensare che il blocco al mining sia una risposta ai problemi dovuti al caro energia”.
Rimaniamo quindi in attesa di ulteriori aggiornamenti, ma riteniamo che il problema in Europa sia davvero limitato, visto l’uso delle criptovalute.
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Dual Solution Srl
Dott.ssa Roberta Girardi
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