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BONUS CASA E CESSIONI: SI' DEFINITIVO ALLE CESSIONI MULTIPLE, MA CON DEI LIMITI

I crediti corrispondenti ai bonus edilizi potranno essere ceduti tre volte. Le due cessioni successive alla prima potranno essere effettuate soltanto a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario o imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia. Non saranno consentite le cessioni parziali successivamente alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle Entrate. Per impedire che il credito sia frazionato, gli sarà attribuito un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni.

Questa regola si applicherà alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate a partire dal 1° maggio 2022. Per tradurre in pratica le nuove regole, si deve ora attendere il provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, che deve definire le modalità attuative della cessione e della tracciabilità dei crediti.


La stretta degli ultimi mesi si è resa necessaria per arginare le truffe sui bonus casa. Truffe che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non ha esitato a definire tra le più grandi della storia repubblicana, con 4,4 miliardi di euro di crediti d’imposta fittizi intercettati al 31 dicembre scorso.

Il nuovo decreto, in aggiunta, obbliga l’asseveratore ad avere un’assicurazione con massimale pari all’importo di tutti i lavori attestati, sul modello di quella utilizzata per il super-ecobonus. Gli impone responsabilità amministrative e penali più severe. E chiede all’intermediario abilitato che appone il visto di conformità di verificare che nell’atto di affidamento dei lavori e nelle fatture sia citato il contratto collettivo di lavoro (per gli interventi di importo superiore a 70mila euro avviati dopo 90 giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto).


Insomma: nella prima parte del 2021, per la ristrutturazione di un alloggio come quella appena descritta, si poteva pensare di vendere le detrazioni da 37.500 euro alle banche o alle poste per circa 29-30mila euro, a seconda del prezzo d’acquisto che si riusciva a spuntare sul mercato. Oggi, invece, il committente deve mettere in conto la spesa per l’asseverazione e il visto, che è detraibile – come ha confermato anche l’agenzia delle Entrate – ma comporta un aumento dell’esborso iniziale. Inoltre, è probabile che molti potenziali acquirenti affideranno a società specializzate, anche per i bonus ordinari, le verifiche sulla solidità del credito, come già accade per il Superbonus.


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