Relativamente alla questione delle Banche Venete, con l’istituzione del FIR, fondo indennizzo risparmiatori, risultano complessivamente eseguiti n. 140.231 ordinativi secondari di pagamento per un totale di oltre 887 milioni di euro”.
Un dettaglio non trascurabile: la cifra iniziava ammontava a 525 milioni di Euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, per un totale di 1.575 milioni, lascerebbe un residuo inutilizzato, ad oggi, di ben 688 milioni di euro. È, però, notizia delle ultime ore che con la fine del mese di luglio che il portare verrà chiuso a chi non ha ancora avuto modo di depositare la domanda. A tal proposito, l’On. Zanettin ha tentato di fare chiarezza su diverse criticità. La prima e più grave: la commissione tecnica ha richiesto integrazioni documentali, che Banca Intesa Sanpaolo, banca depositaria, non mette ancora a disposizione degli ex soci di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Poi ci sono gli errori formali nella presentazione nelle domande che, allo stato, non possono essere sanati.
Con Ordine del Giorno del 22 febbraio scorso. L’On. aveva invitato il Governo ad adottare le iniziative legislative utili per consentire ai risparmiatori, che hanno visto respingere le loro domande per errori incolpevoli, vizi formali o interpretazioni dubbie della normativa, di integrare la domanda di indennizzo. Tuttavia, da allora l’On. Zanettin sta presentando degli emendamenti che consentano ai risparmiatori, che hanno presentato la domanda, di integrarla, sanando anche vizi ed errori. Si spera che prima del 31 luglio maturi uno spiraglio utile per introdurre una finestra temporale per la integrazione delle domande di indennizzo finora respinte o sospese. Si e realizzato quello che avevo previsto da tempo: maturerà un residuo davvero consistente. Si auspica che il residuo sia redistribuito ai risparmiatori ammessi al FIR, aumentando la percentuale dell’indennizzo, nello spirito e nella lettera della legge istitutiva.
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Dott.ssa Margherita Susanna
